Fare giornalismo non è facile, un
mestiere in cui anche se hai emozioni, sensazioni e tifi per qualcuno devi necessariamente
mantenere uno stile sobrio e di racconto nel presentare aprioristicamente il
tuo lavoro. Devi essere critico certamente, ma questa caratteristica non deve
mai rasentare la partigianeria e il tifo altrimenti non svolgi bene il tuo
lavoro, devi fare il cronista raccontando ciò che vedono i tuoi occhi senza
lasciarti influenzare. Le emozioni possono anche esserci, ma quando parli di
politica, di sport, di manifestazioni è sempre opportuno raccontare e mai
scendere in commenti da tifoso e se proprio devi lo fai rappresentando e permettendo
ai tuoi lettori di valutare tutte le opzioni. A volte sono importanti i tempi,
i silenzi e il puntare attraverso una regia accorta su dettagli e particolari
che sappiano rendere l’emozione. Purtroppo, anche con l’avvento dei social
tutto questo è stato derubricato, tutti si sentono investiti del sacro furore
di fare critica, spesso senza averne nemmeno le competenze, ma su un elemento
il commentatore deve fare tesoro, quello di fare sentire la passione per il suo
lavoro, cercando di porre le domande giuste o i giusti quesiti che farebbero
gli spettatori a casa. Quest’anno, per la terza volta ho condotto, grazie alla
collaborazione di una super squadra molto affiatata, la diretta di una
manifestazione che è passione tradizione e territorio: il Palio di Asti. Uno sforzo
collettivo di cinque ore in cui abbiamo cercato, come televisione del
territorio, di dare massimo risalto ai colori, ai saperi e ai sapori di un
evento unico nella nostra regione. E il pubblico ci ha ripagato con commenti
benevoli e con numeri importanti riconoscendo alla nostra testata il merito di
un buon lavoro. Certo si può sempre migliorare (ad esempio i sottotitoli per i
non udenti è una legittima richiesta) ma vedere al contempo che chi dispone di
molti mezzi in più non è stata apprezzata, e anzi apertamente criticata, ci
rende orgogliosi di aver fatto bene il nostro lavoro e di aver raggiunto il
nostro scopo. Oggigiorno nonostante l’avvento incessante dei social la
televisione e l’uso delle immagini video è ancora di più da considerare come un
elemento imprescindibile della comunicazione del futuro
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