mercoledì 8 maggio 2019

La sindrome di Liverpool



Tra pochi giorni saranno 14 gli anni che mi separano da Istanbul, che come testimoniava Abantatuono nel suo film cezziunale era la notte più brutta della sua vita. E in effetti quella sera faticai a prendere sonno, una partita perfetta tranne sei maledetti minuti, la disfatta più cocente, il passaggio tra quello che poteva essere, una stagione fantastica alla delusione più accesa. Perché ricordo questo perché immagino come si debba sentire il tifoso del barca in questo momento. A un passo dall’apoteosi con il giocatore più forte al mondo ti inchini alla passione, alla voglia di lottare fino in fondo e un po’ anche alla sfortuna. La storia delle squadre inglesi è questa palla lunga e pedalare e voglia di metterci l’anima in ogni contrasto. Una filosofia che si è un po’ persa a queste latitudini e che sarebbe bene ritrovare non fosse altro perché in fin dei conti le partite giocate come quella di ieri sera trasmettono la passione vera per lo sport e le leggende sono fatte per essere come sempre rinnovate

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