Sono nato e vissuto nella prima repubblica del calcio quella
in cui la Juve la faceva da padrona negli anni settanta, quella in cui, quando
andava bene, facevi la Coppa Uefa e me la ricordo quella sconfitta maturata per
un sublime colpo di tacco di Bettega, per un roboante 4 a 1 finale. Niente da
eccepire, erano troppo forti per la nostra misera squadra che ambiva alla stella
e che raggiunse nel 1979 con Chiodi e Buriani. Poi sono maturato negli anni in
cui andava forte il tacco di Allah (Rabat Madjer del Porto), memorabile la
finale di Champions in cui i carneadi portoghesi sconfissero il Bayern nel
1987. Poi ho dovuto subire in un derby il tacco di Palacio per una sconfitta
forse immeritata. Ma prima o poi il vento cambia e quando meno te lo aspetti
anche per i tuoi colori provi l’esaltazione massima. Il gesto atletico di
Cutrone di ieri sera è pregevolissimo, fantasia allo stato puro di un giocatore
che è cresciuto nella Primavera e che ha voglia da vendere, un esempio nel
calcio miliardario di oggi. Non rovinatelo, con procuratori killer o con
esaltazioni eccessive, ma lasciatelo crescere all’ombra di Gattuso e vedrete
che prima o poi alzerà qualcosa di importante.
lunedì 26 febbraio 2018
martedì 20 febbraio 2018
Credere - obbedire - mistificare
Di questa campagna elettorale che
termina con il glorioso derby Milan Inter e col mio compleanno non avrò grandissimi
ricordi. Primo perché si basa sull’insulto e sulla denigrazione dell’avversario.
E in politica io preferisco proporre invece che attaccare e insultare. Secondo perché
la fa da padrona un’ignoranza abissale, Politici abili con la parola non lo
sono altrettanto con la dimestichezza della cultura. E pensare che una volta il
Senato, ad esempio quello romano era un florilegio di uomini acculturati, e
agli albori dello Stato italiano Cavour faceva i provini per i futuri deputati
scrutando le predisposizioni di Verdi e di Manzoni, mica un Di Maio qualsiasi o
un Razzi. Ecco la cultura questa sconosciuta, politici che si recano al Museo
egizio pontificando e poi trovandosi a mal partito perché non conoscono l’argomento.
La foto per ricordare le Foibe usata dalla Sorella d’Italia ricordava le
fucilazioni di civili sloveni perpetrata da militari italiani (sempre brava
gente), nemesi??. Ma il massimo è stato sempre di quel partito – strano quello
che vuole cancellare il periodo della Resistenza. che per incitare i propri sostenitori
usa il mantra di Garibaldi “Qui si fa l’Italia …….” Peccato che in quel caso le
camicie erano rosse e non nere e il Risorgimento aveva ben altra levatura. Ma
studiare serve ? la cultura è importante ? verrebbe da dubitare visti i
risultati e invece la cultura rende liberi e permette di conoscere il passato
per evitare ricadute ed errori, proprio quello che una cultura lassista e
superficiale vorrebbe occultare ? Basterà anche stavolta?? Credere – obbedire –
mistificare
Meglio un addio a Venaria
Corre voce che l’addio al calcio
giocato di Andrea per volontà dello stesso calciatore sia San Siro, il tempio
dove ha vissuto i ricordi più belli, le magie di un decennio vissute all’ombra
della Madunnina e che gli hanno dato le gioie più incredibili. Un peccato che
Trilli su quegli anni abbia, andando in bianconero da iracondo, sputato
bellamente, ma avrà avuto i suoi buoni motivi. Ora il ritorno che vorrebbe
dolce non sarà certo allo stesso modo, che senso ha tornare alla Scala del
calcio frequentata con successo anche su due sponde. Una rivincita? Un tessere
le lodi a un campione che forse non ha dimostrato tutta quella qualità sopraffina
nel comportamento? Mi piaceva Pirlo, la sua maledetta, la sua visione di gioco
e il suo stare con broncio da italiano allegro in gita per cantarla alla Conte,
ma quando sei stato anima e bandiera di un gruppo non puoi tradirlo con una
maglia che è stata e sarà sempre in antitesi, oltretutto anche disprezzando il
passato. Ascolta un vecchio cuore rossonero, grazie per quello che hai fatto,
ma se devi salutare il calcio allora fallo a Venaria
LInchiesta. DATABOOM
Ho sempre apprezzato le inchieste
della Gabanelli e il suo programma all’inizio era un pezzo di giornalismo
salutare che apriva a volte inquietanti squarci sul mondo italiano, poi, forse
anche per una probabile stanchezza nel ricercare in continuazione scoop e
situazione da indignazione (quella che ha fatto la fortuna di tanti politici
nostrani – più bravi a ricercare lo scandalo che a rimediare a presunti torti)
ha sbagliato alcune inchieste e alcuni servizi non erano proprio da premio
Pulitzer. E’ venuto fuori a quel punto il personaggio, buono per diventare
Presidente della Repubblica, pronta per sfornare altre improbabili indagini.
Insomma prigioniera
di un clichè costruito negli anni. Quando può capitare in una sorta di turnazione
in una redazione di non avere più il supporto del video, eccola capace di cambiare canale e di
andare in quel cimitero di elefanti che sta diventando la rete di Cairo. Da qui
la promozione a un servizio. chiamato pomposamente Dataroom – ovverosia dati e
nuove tecnologie al servizio dell’informazione. A occhio direi che non è proprio
venuta bene questa prova.
A maggior ragione sull’inchiesta su Mr Li il nuovo Presidente
del Milan. L’accanimento mediatico sul cinese che vuole sfondare sul mondo del
pallone e su cui hanno sparato veramente tutti non rende giustizia a un’inchiesta che si
basa su supposizioni e su congetture piuttosto che su basi reali. Dubito
fortemente che il tycoon di Arcore avrebbe ceduto una società se non a fronte
di precise garanzie (sarà anche pirla in politica ma non negli affari), inoltre
ci sono specifiche prassi che devono essere portate a termine. Bilanci,
iscrizioni, stipendi, mica pagheranno tutto coi soldi del Monopoli ?
Esiste poi
una regola non scritta che il Presidente di una società di calcio che gestisce
anche un quotidiano nazionale non si metta a sparare contro una diretta
concorrente per i posti che contano nel calcio italiano (imparasse a vincere un
derby magari) insomma una tempesta in un bicchier d’acqua. Diamo fastidio come
milanisti ? probabile? Non piace il cinese in grado di fare fortuna? problemi loro,
ma per una volta tanto lasciateci il piacere di guardare un squadra che si sta
rigenerando dopo aver vissuto un declino di qualche stagione.
Sovviene anche un'altra
domanda tutti questi soloni mentre fallivano società di serie A e B dov’erano ?
e in quel caso le situazioni erano ben più gravi. Databoom
sabato 3 febbraio 2018
Le manipolazioni della storia
Quanti anni ci vogliono perché un
fatto sia derubricato dalla storia? Quanti articoli o atti politici sono necessari
perché una storia possa essere riscritta a piacimento? Quanti errori sono stati
fatti nello studio e nell’insegnamento della storia, moltissimi. Quanto tempo è
necessario perché vecchie pratiche e inni tornino di moda? Mai abbastanza
verrebbe da dire. aveva ragione Gobbels se dite una bugia ripetetela più volte
con convinzione estrema e poi alla fine questa diventerà realtà. E’ servita per
creare un alibi, “notte dei lunghi coltelli, per crearsi un nemico, (gli ebrei)
e per nascondere gli esiti della guerra. Alla fine non ha salvato la vita dei
gerarchi, ma per dodici lunghi anni ha portato gloria e onore agli estensori e
disgrazie e miseria a un numero incalcolabile di persone.
Negazionismo e
rivisitazione della storia sono poi diventate un classico, quando la democrazia
lascia troppo adito ai processi già emessi dalla vita e dalla storia il rischio
è che la cenere che cova sotto le macerie torni a bruciare. Una legge contro il
fascismo giusta e corretta andava fatta nell’immediato dopoguerra, oggigiorno
ha solo il sapore di un revival e quindi non ottiene l’effetto sperato. Non aver
estirpato determinate convinzioni (treni in orario e similia) ha permesso ai
professionisti delle fake news (non sono un invenzione di Grillo purtroppo) il
proliferare di un'altra verità storica. Il mito della vittoria mutilata nella
prima guerra mondiale che ha aperto la strada al fascismo non ha insegnato
nulla ?? Bisogna combattere le false
notizie con pervicacia e con costanza. Spiegando anche negli infimi dettagli
tutte le porcherie di quel regime che altro non era che uno stato assistenzialista,
privo di meritocrazia costruito sulla delazione e che ha creato miseria e
disperazione, altro che paese del bengodi con la schiena dritta.
Adesso i
polacchi emettono una legge per stabilire ciò che è giusto non corretto, il proliferare
di governi di destra che mostrano i muscoli (Austria e Ungheria ad esempio) non
è altro che una vendetta postuma dello zar Putin per distruggere l’idea di un
Europa unita e forte. In fin dei conti proprio l’Europa aveva contribuito nel 1989
a distruggere l’impero sovietico, un Europa debole e con molte contraddizioni
(vedi Polonia) servirà su un piatto d’argento al monarca russo (tanto amato dai
nostri italici ) il successo che cerca.
venerdì 2 febbraio 2018
Arvedse e n'gamb
Il piemontese è una lingua romanza appartenente
al gruppo delle lingue gallo celtiche, lingua di raccordo tra il lombardo e l’occitano
ma possiede caratteristiche fonetiche e sintattiche particolari- Nella regione
Piemonte sono state utilizzate storicamente otto idiomi, di cui quella che
prende il nome di piemontese è l'unica ad essere centrata e racchiusa quasi
interamente nel territorio della suddivisione amministrativa. Il piemontese deve ritenersi una lingua
regionale o minoritaria riconosciuta fra le lingue minoritarie europee ed è
censita dall’Unesco. Nel 1999 il Consiglio regionale del Piemonte ha
riconosciuto la lingua come emblema della regione
Partendo da
questo assunto è stata realizzata una puntata speciale di Vivi in Piemonte
(canale 13 del digitale terrestre) sulla lingua, con ospiti che grazie alla
loro attività ne perseguono anche la salvaguardia. Dialetto come cultura e
tradizione, dialetto come lavoro, come migrazione (si pensi alla numerosa
colonia piemontese in Argentina), dialetto come musica (omaggio a Gipo
Farassino), dialetto come comicità (si pensi alle puntate di Ciau Bale
realizzata da chi ora cura i testi di Crozza). Insomma un inno d’amore nei
confronti della nostra “lengua” e un apprezzato riconoscimento delle nostre
tradizioni (storiche e militari)
Venerdì 2 e
domenica 4 febbraio alle ore 2045 sul canale 13 del Digitale Terrestre
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