Gent.mo Imarisio,
Ho letto la sua inchiesta di
mercoledì in cui ha riportato in auge un icona che noi biellesi conosciamo
benissimo: Aiazzone. Noi autoctoni siamo
cresciuti con due miti che abbiamo sommessamente creato quella della
televisione, attraverso il maestro Peppo Sacchi, e l’advertising selvaggio
prima maniera che imperversò sulle televisioni locali negli anni ottanta,
decisamente una grave colpa. Non le nascondo che studiando a Milano, negli anni
ottanta, dire che venivi da Biella era un po’ come randellarsi. E mi ricordo
persino di enormi cartelloni pubblicitari di una nota marca di televisori che
invitavano i clienti non proprio intelligenti (all’epoca si chiamavano GINI) a
recarsi a Biella, quando si dice la pubblicità selvaggia autolesionista. E fin
troppo ovvio che Aiazzone abbia rappresentato una persona e un imprenditore
fuori dagli schemi, persino ieratico, ma la Biella che viene dipinta
dall’articolo racconta di un territorio completamente abbandonato su se stesso.
La realtà non è propriamente così, abbiamo vissuto e stiamo vivendo un momento
di crisi, il tessile non è più trascinante come un tempo, ma i marchi di grande
valore che abbiamo qui, nella nostra provincia, tuttora persistono, da Zegna a
Cerruti per finire a Piacenza. Certo ci sono capannoni vuoti, come in tutte le
province del nord. E un Italia che sta cambiando, che sta modificando la
propria pelle. Molte sono state le occasioni perse, ma Amazon non è una di
queste (anche perché Lei mi insegna che una azienda che fa delle consegne il
proprio core business, per funzionare al meglio, deve essere baricentrica e,
sicuramente, il collegamento A26 e Vercelli avevano caratteristiche migliori da
questo punto di vista). E allora venga, la invito a conoscere meglio la nostra
città e la nostra provincia, sono certo che ci sono altre e tante belle storie
utili, positive che possono essere raccontate: dalla formazione alle industrie,
dall’enogastronomia allo sport. L’occasione è presto dietro l’angolo, il venti
maggio ospitiamo la tappa del giro d’Italia del Centenario con arrivo a Oropa,
che ancora a tanti anni di distanza celebra l’impresa di Pantani, forza e
testardaggine tipiche anche del profilo genetico della nostra zona, ne tenga
conto.
Beppe Rasolo, consigliere
comunale di Biella