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Ci sono elementi che non possono
essere taciuti e altri palesemente fuorvianti anche nello studio e nell’analisi
di fatti storici. La decisione di una testata a tiratura nazionale di
distribuire un volume così palesemente macchiato da atrocità bestiali come il
Main Kampf di Adolf Hitler facendolo passare come comune analisi storica è di
una follia estrema. Questo “giornale” fondato da Indro Montanelli, che non si
poteva certo definire paladino della socialdemocrazia, mai sarebbe arrivato a
tanto con il suo vecchio direttore. L’analisi storica facciamola fare a chi lo
fa di professione, agli analisti, a coloro che hanno una preparazione chiara e
precisa. Immesso sul mercato senza troppi controlli e pochi giorni dalla decisione
del Senato di approvare un Ddl contro il negazionismo è uno schiaffo morale
oltre che molto pericoloso. Hitler lo scrisse in carcere dopo il fallito Putsch
di Monaco (1923) e aveva dentro di sé i prodromi della seconda guerra mondiale parlando
di antisemitismo, di razza pura e di lotta al bolscevismo. Non mi interessa
sapere dei diritti d’autore, peraltro di proprietà del Ministero delle finanze
tedesco, so solo che quel libro è
costato 65 milioni di morti e una sofferenza unica in milioni di persone. Ha
stravolto le nostre comunità e ha cambiato per sempre il nostro modo di agire. L’attenzione
che si deve avere per la storia e per il suo studio imporrebbero una maggiore
attenzione anche nelle scelte del materiale da divulgare e occorrerebbe magari
una migliore preparazione scolastica. Così corre il rischio, di fatto, di
diventare, oltre che un occasione persa, il megafono per il ritorno di vecchi
proclami e di manifesti xenofobi pericolosissimi.
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