mercoledì 29 aprile 2015

Ora e sempre resistenza: l'orazione a Occhieppo



Oggi è una bellissima giornata e non per motivazioni di carattere meteorologico ma perché ricordiamo la nostra genesi
Siamo qui nelle nostre valli, tra i nostri monti a 70anni distanza da quelle giornate del XXV aprile in cui nasceva la nostra Italia
Proprio qui vedeva la luce l’Italia moderna la costituzione, le speranze di una generazione che aveva fatto una scelta, una scelta di libertà, una scelta rischiosa a quell’epoca fatta dai nostri avi che avevano messo in gioco tutto per poterci dare una seconda possibilità
Spesso in questo mondo odierno in cui anche la quotidianità diventa routine, in cui i post che si mettono su facebook e su twitter durano lo spazio di un ora o poco più, in cui tutto si consuma in fretta senza troppi pensieri ci si deve fermare
fermarsi per cercare di riflettere anche in una società molto troppo veloce per trovare la giusta chiave di motivazione per spiegare chi siamo e da dove veniamo
e la nostra origine fu la resistenza - una lotta di popolo prima di tutto  e la loro lezione a settant’anni di distanza è ancora valida
Gli uomini e le donne della resistenza avevano ragione, fecero la scelta giusta schierandosi contro l’invasione nazista e i suoi collaboratori, combatterono la buona battaglia, eppure ciò che sembra un ovvietà e mai messa in discussione in nessuno dei paesi occupati da Hitler durante il secondo conflitto, in Italia non viene ancora oggi accettata.
La resistenza a lungo è stata considerata con qualche eccezione come una roba di sinistra, fazzoletto rosso e bella ciao, poi successivamente si è fatto a gara per delegittimarla in una sorta di paradosso dipingendo i partigiani come dei carnefici sanguinari che si accanirono sui poveri ragazzi di Salò
Ebbene sgombriamo il campo da queste versioni sono parziali e false. La resistenza è un patrimonio della nazione, non di una fazione. I partigiani erano comunisti, cattolici, socialisti, giellisti liberali e monarchici
Fu fatta dalle donne, dai militari dagli ebrei dai civili. Bande composte da alpini, da carabinieri, i primi a resistere furono i militari a Cefalonia e, furono massacrati,  600 mila soldati internati nei lager, altri resistenti.
Resistettero anche le suore e i sacerdoti che protessero e nascosero i partigiani
Resistettero i contadini che a volte si toglievano di bocca il desco per proteggere e sfamare chi lottava
Certo ci fu anche qualche pagina nera, chi si fece giustizia da solo, e chi la vuole nascondere, però permettetemi
facciamo ordine
I nostri giovani devono sapere cosa era successo prima del XXV aprile, quando i vinti si erano schierati con la formidabile macchina da guerra nazista, quando questi braccavano torturavano e uccidevano gli italiani che lottavano per la libertà
I giovani devono sapere cosa è successo a Boves a Meina a Civitella a Sant’Anna  a Marzabotto e anche qui  nelle nostre valli e montagne quanti lutti e quanti lapidi ci ricordano giorno dopo giorno quello che successe
A settant’anni di distanza è tempo che la pietà umana – dovuta a tutti i caduti e lo spirito di riconciliazione nazionale abbia il sopravvento.
Però nulla e nessuno potrà però cancellare un fatto gli uomini e le donne della resistenza avevano ragione mentre i loro avversari erano nel torto
Con la resistenza si risvegliarono gli ideali politici a lungo soffocati dalla dittatura fascista e forze diverse si impegnarono a cooperare,  quella lezione è ancora valida oggigiorno, dovremmo tutti ricordarcelo.
Ma qual è la lezione della resistenza oggi abbiamo imparato
per sfuggire a un regime di servitù basta poco tempo, ma per consolidare la libertà occorrono anni e decenni
Non c’è che un modo per realizzare la resistenza e cioè vivere ogni giorno resistendo, agli sbandieratori di facili costumi e agli amanti della confusione mentale alle passioni incontrollate che ci spingono da destra e da sinistra a seconda degli umori e degli eventi
alla seduzione della pigrizia ,che ci getta in braccio allo sconforto e ci rende inattivi e indifferenti
La libertà non si crea coi miti ma con la chiarezza applicata ai problemi
Con la moderazione del giudizio con il controllo di se e con la partecipazione attiva ai problemi del nostro tempo
Questa la lezione che ci ha dato la resistenza quello di non essere e di non restare indifferenti a quello che ci succede attorno ed è stato quello per cui i nostri padri hanno sofferto, per poterci fare riflettere,
questo il bene più prezioso che noi dobbiamo ricordare di anno in anno e tramandare e, se la lezione la impariamo e riusciamo a farla nostra, allora vale la pena di gridare con tutto il fiato che abbiamo in gola
ora e sempre resistenza



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