Oggi è una bellissima giornata e non per motivazioni di
carattere meteorologico ma perché ricordiamo la nostra genesi
Siamo qui nelle nostre valli, tra i nostri monti a 70anni
distanza da quelle giornate del XXV aprile in cui nasceva la nostra Italia
Proprio qui vedeva la luce l’Italia moderna la costituzione,
le speranze di una generazione che aveva fatto una scelta, una scelta di
libertà, una scelta rischiosa a quell’epoca fatta dai nostri avi che avevano
messo in gioco tutto per poterci dare una seconda possibilità
Spesso in questo mondo odierno in cui anche la quotidianità
diventa routine, in cui i post che si mettono su facebook e su twitter durano
lo spazio di un ora o poco più, in cui tutto si consuma in fretta senza troppi
pensieri ci si deve fermare
fermarsi per cercare di riflettere anche in una società molto
troppo veloce per trovare la giusta chiave di motivazione per spiegare chi
siamo e da dove veniamo
e la nostra origine fu la resistenza - una lotta di popolo
prima di tutto e la loro lezione a
settant’anni di distanza è ancora valida
Gli uomini e le donne della resistenza avevano ragione,
fecero la scelta giusta schierandosi contro l’invasione nazista e i suoi
collaboratori, combatterono la buona battaglia, eppure ciò che sembra un ovvietà
e mai messa in discussione in nessuno dei paesi occupati da Hitler durante il
secondo conflitto, in Italia non viene ancora oggi accettata.
La resistenza a lungo è stata considerata con qualche
eccezione come una roba di sinistra, fazzoletto rosso e bella ciao, poi successivamente
si è fatto a gara per delegittimarla in una sorta di paradosso dipingendo i
partigiani come dei carnefici sanguinari che si accanirono sui poveri ragazzi
di Salò
Ebbene sgombriamo il campo da queste versioni sono parziali e
false. La resistenza è un patrimonio della nazione, non di una fazione. I
partigiani erano comunisti, cattolici, socialisti, giellisti liberali e
monarchici
Fu fatta dalle donne, dai militari dagli ebrei dai civili.
Bande composte da alpini, da carabinieri, i primi a resistere furono i militari
a Cefalonia e, furono massacrati, 600
mila soldati internati nei lager, altri resistenti.
Resistettero anche le suore e i sacerdoti che protessero e
nascosero i partigiani
Resistettero i contadini che a volte si toglievano di bocca
il desco per proteggere e sfamare chi lottava
Certo ci fu anche qualche pagina nera, chi si fece giustizia
da solo, e chi la vuole nascondere, però permettetemi
facciamo
ordine
I nostri giovani devono sapere cosa era successo prima del XXV
aprile, quando i vinti si erano schierati con la formidabile macchina da guerra
nazista, quando questi braccavano torturavano e uccidevano gli italiani che
lottavano per la libertà
I giovani devono sapere cosa è successo a Boves a Meina a
Civitella a Sant’Anna a Marzabotto e
anche qui nelle nostre valli e montagne
quanti lutti e quanti lapidi ci ricordano giorno dopo giorno quello che
successe
A settant’anni di distanza è tempo che la pietà umana – dovuta
a tutti i caduti e lo spirito di riconciliazione nazionale abbia il sopravvento.
Però nulla e nessuno potrà però cancellare un fatto gli
uomini e le donne della resistenza avevano ragione mentre i loro avversari
erano nel torto
Con la resistenza si risvegliarono gli ideali politici a
lungo soffocati dalla dittatura fascista e forze diverse si impegnarono a
cooperare, quella lezione è ancora
valida oggigiorno, dovremmo tutti ricordarcelo.
Ma qual è la
lezione della resistenza oggi abbiamo imparato
per sfuggire a un regime di servitù basta poco tempo, ma per
consolidare la libertà occorrono anni e decenni
Non c’è che un modo per realizzare la resistenza e cioè
vivere ogni giorno resistendo, agli sbandieratori di facili costumi e agli
amanti della confusione mentale alle passioni incontrollate che ci spingono da
destra e da sinistra a seconda degli umori e degli eventi
alla seduzione della pigrizia ,che ci getta in braccio allo
sconforto e ci rende inattivi e indifferenti
La libertà non si crea coi miti ma con la chiarezza applicata
ai problemi
Con la moderazione del giudizio con il controllo di se e con
la partecipazione attiva ai problemi del nostro tempo
Questa la lezione che ci ha dato la resistenza quello di non
essere e di non restare indifferenti a quello che ci succede attorno ed è stato
quello per cui i nostri padri hanno sofferto, per poterci fare riflettere,
questo il bene più prezioso che noi dobbiamo ricordare di
anno in anno e tramandare e, se la lezione la impariamo e riusciamo a farla
nostra, allora vale la pena di gridare con tutto il fiato che abbiamo in gola
ora e sempre
resistenza
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