Those about to die, devo ammettere che il titolo in inglese non è assolutamente accattivante il Morituri te salutat aveva un fascino migliore decisamente. E così nell’attesa della famiglia dei Severi sugli schermi in Panavision dei cinema per novembre, prime delizia con una serie americana, diretta da quel regista fracassone che risponde al nome di Roland Emmerich. Da Indipendence Day a le idi di luglio è un attimo e questa volta a essere sotto i riflettori è la Gens Flavia, quella che salì al soglio imperiale dopo la parentesi di Nerone. Due sono le cose per cui è ricordata la lotta contro i Giudei e il Vesuvio con il disastro di Pompei. Quello che emerge dalle dieci puntate è un plot avvincente in cui la fanno da padrone le gare sulle bighe e gli intrighi di Palazzo. Si tratta di intrighi in realtà abbastanza romanzati, Domiziano, presentato come un complottista della peggior risma, in realtà fu un abile amministratore che però perse il lume della ragione dopo un tentativo di omicidio Sicuramente per gli amanti del genere qualche licenza poetica di troppo su sangue e sesso, ma nel complesso orchestrata bene sullo svolgersi della trama. Per gli effetti speciali invece ripassare, fatti male come le corse delle bighe o gli improbabili alligatori nel fondale del Colosseo. Quello che è certo è la passione per la storia e per gli intrighi e in questo senso Roma ha sempre manifestato un certo fascino che sarà riverdito dalla prossima uscita del film di Ridley Scott
domenica 21 luglio 2024
domenica 14 luglio 2024
Altro che Netflix i Severi meglio di Game of Thrones
Non c’è dubbio che col prossimo Gladiatore tornerà di moda l’antica Roma anche se il periodo utilizzato per raccontare il sequel del fortunatissimo film di Ridley Scott pesca in un Impero che sta andando verso la decadenza. Uno Stato gravato dal peso di una corruzione altissima, da una burocrazia fuori controllo in balia di cordate che si scannavano fra di loro. Insomma tutti gli elementi per fargli fare una serie di successo. Roma aveva raggiunto il suo massimo con gli Imperatori di adozione quelli che andarono da Nerva a Marco Aurelio, un epoca di sfarzi, di conquiste che segnarono l’apogeo della storia millenaria dell’Urbe condita. Dopo la parentesi di Commodo effettivamente ucciso da un sottoposto ma non in arena e il breve interregno dell’imperatore Pertinace di Alba (i piemontesi erano ancora malvisti nella capitale), il periodo successivo fu dominato, si fa per dire visti gli intrighi dalla famiglia dei Severi, a parte l’interregno di un anno di Macrino. E in questo periodo le congiure, gli assassini e i cambi di casacca erano all’ordine del giorno. Il ritratto, che presumo sarà visibile anche nel gladiatore II, tra la lotta tra Geta e Caracalla e all’orizzonte Eliogabalo, il primo imperatore transgender che si sposò cinque volte tre volte con donne e due con uomini presentano una società in completo disfacimento che andava verso la dissoluzione come poi sarebbe effettivamente avvenuto in seguito
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