Sta diventando
una sorta di mantra dimmi quante persone porti e la tua idea avrà sostenibilità,
ormai non c’è più controllo, all’alba del terzo millennio solo i numeri possono
giustificare la bontà di una proposta o di una campagna, la sindrome da folla
oceanica ha preso tutti. La manifestazione pro e contro tav della fine dello scorso
anno veniva valutata solo dagli spazi occupati in piazza castello non nella
bontà dell’operazione e così via dicendo partendo dagli spazi occupati da varie
forze politiche in piazza del popolo, oppure da quanti votanti vanno sulla
piazza virtuale in rete oppure a votare nei gazebi. Insomma sembra un dialogo
tra bambini dell’asilo per far vedere se il mio giocattolo è più bello del tuo.
E purtroppo da questa sindrome non sono immuni i giornalisti che, a seconda
della partecipazione, certificano successo o sconfitta di una iniziativa spesso
senza entrare nel merito. In passato le folle oceaniche si sono viste davanti a
Palazzo Venezia durante la dichiarazione di guerra alla Francia salvo pochi
mesi dopo tutti a imprecare contro i cugini , oppure durante i raduni oceanici
dei nazisti o degli aficionados di Stalin. Matureremo mai andando oltre a
quella che è la prova muscolare della piazza, eppure dovremmo averlo capito che
non è in questo modo che si fa politica o si programma il futuro, se proprio
vogliamo farlo facciamolo per le manifestazioni sportive, a proposito per Milan
Sassuolo eravamo in 62.000
mercoledì 6 marzo 2019
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