mercoledì 6 marzo 2019

Folla ergo sum



Sta diventando una sorta di mantra dimmi quante persone porti e la tua idea avrà sostenibilità, ormai non c’è più controllo, all’alba del terzo millennio solo i numeri possono giustificare la bontà di una proposta o di una campagna, la sindrome da folla oceanica ha preso tutti. La manifestazione pro e contro tav della fine dello scorso anno veniva valutata solo dagli spazi occupati in piazza castello non nella bontà dell’operazione e così via dicendo partendo dagli spazi occupati da varie forze politiche in piazza del popolo, oppure da quanti votanti vanno sulla piazza virtuale in rete oppure a votare nei gazebi. Insomma sembra un dialogo tra bambini dell’asilo per far vedere se il mio giocattolo è più bello del tuo. E purtroppo da questa sindrome non sono immuni i giornalisti che, a seconda della partecipazione, certificano successo o sconfitta di una iniziativa spesso senza entrare nel merito. In passato le folle oceaniche si sono viste davanti a Palazzo Venezia durante la dichiarazione di guerra alla Francia salvo pochi mesi dopo tutti a imprecare contro i cugini , oppure durante i raduni oceanici dei nazisti o degli aficionados di Stalin. Matureremo mai andando oltre a quella che è la prova muscolare della piazza, eppure dovremmo averlo capito che non è in questo modo che si fa politica o si programma il futuro, se proprio vogliamo farlo facciamolo per le manifestazioni sportive, a proposito per Milan Sassuolo eravamo in 62.000

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