giovedì 26 ottobre 2017

Un calcio all'ignoranza


Il mondo dell’arte pedatoria scosso da rigurgiti antisemiti, sembrerebbe una storia d’altri tempi poi a bene vedere sono frasi e striscioni più o meno latenti che ricompaiono a ogni pie’ sospinto da più tempo. Ricordo nel secolo scorso durante i derby a San Siro in cui campeggiava la scritta bella Nord di San Siro “Milanisti ebrei ecc. ....... ” quindi una sorta di déjà-vu. Le curve sono il ricettacolo delle peggiori specie umane quelle del ludibrio a chi la spara più grossa, dove l’ignoranza regna sovrana e non si spinge il bene dell’intelletto oltre la discussione sportiva del gesto tecnico. Tanti e troppi gli esempi visti e citati, dalla banana buttata a Dany Alves,al numero 88 vestito da un giovane Buffon ai primordi, alla stessa curva laziale che tributava gli onori a una jena del balcani (Arkan). Quando si mescola la storia di cui ci dovremo tutti vergognare con l’attualità pedatoria ne esce un pastrocchio senza fine. Da multe incomprensibili a gesti ed esempi che, seppur nascono con i migliori intenti corrono il rischio di essere fuori dal tempo. Che i giocatori diano in omaggio un libro ai più piccoli durante il contesto sportivo, pur nobile, non ottiene lo scopo prefissato. E’ una questione di educazione, vadano i giocatori tra i loro tifosi e si facciano portavoce di una vera cultura sportiva, questo si sarebbe epocale. Si esalti il valore della prova sportiva e della qualità e si impari ad apprezzare il gesto atletico. Meno multe e più lavori socialmente utili per chi sgarra, sarebbe il daspo migliore

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