Come recitava
una vecchia pubblicità degli anni ottanta relativa a un marchio di amari “Ebo
Lebo l’amaro che vi fa digerire anche la suocera” oggi ci vorrebbe proprio un
bicchiere di quell’estratto di erbe per deglutire una sconfitta pesante solo
nei numeri ma non nell’impegno e nelle azioni che l’Astense ha prodotto nel
Palazzetto di Aosta. Ma questo è il campionato di serie A ostico e pesante e
che non ammette distrazioni in nessuna partita e in nessun momento del
campionato figuriamoci nei singoli match. L’Aosta è una squadra quadrata
mortifera con un buon parco giocatori brasiliani che trasformano il Montfleury
in un sambobromo musicale e di affetti. Discreta la presenza astigiana sulle
tribune e in fin dei conti è una partita storica la prima nella serie che
conta. Il rosso Kappa fa bell’effetto sulle maglie linde dei giocatori astensi
che calcano e che sfidano il caldo umido e impossibile della giornata. Blu
invece il colore delle divide aostane. L’Astense comincia con il solito copione
possesso palla e attacco all’arma bianca, il primo tiro parato è di Celentano
ma anche gli altri frombolieri di Lotta non le mandano a dire a Gozi. L’Aosta
non disdegna di giocare di rimessa ma non inquadra mai la porta, Tropiano si limita
a fare il regista in campo. Una partita da zero a zero sembra ma il cobra nell’ombra
è pronto a colpire e si materializza con un preciso colpo di biliardo di
Paschoal che infila l’incolpevole Tropiano nell’angolino basso e qui cambia la
partita. Celentano e compagni si buttano all’attacco Maschio, Fisco, Cannella e
un superlativo Roberto Fazio stringono letteralmente d’assedio l’area
valligiana e a forza di colpire Celentano pareggia (e qui si ripensa all’intervista
di Cannella che aveva pronosticato la prima rete di Antonio), la pressione non
accenna a diminuire, ma un ingenuità astigiana viene ancora colpita dal cobra.
Paschoal effettua una palombella di rara bellezza dal limite che riporta in
vantaggio i locali. Il pareggio sarebbe stato stretto e invece si va al riposo
sotto. C’è stanchezza alla ripresa del gioco, si sente la tensione e anche il
gran lavoro del primo tempo, i contrasti diventano più duri. Lotta cerca di
variare schemi e uomini. ma il risultato non cambia, si batte come una furia Celentano e Roberto Fazio, si gioca larghi e si pressa, ma una ripartenza di un
altro brasiliano Egea a metà tempo è fulminante; lungo coast to coast e palla
sempre nell’angolino basso 3 a 1, sembra il prologo del crollo, si tenta la
carta del portiere di movimento Modica, ma una ripartenza questa volta di
Celentano mette Cannella di fronte a Gozi e non sbaglia il bomber. 3 a 2 a poco
più di tre minuti dalla fine. La gioia e la voglia di agguantare gli avversari
dura lo spazio di un amen, il pingue Iurmanò chiude i giochi dopo venti secondi
al termine di una cavalcata di Egea. Lo stesso brasiliano chiude il tabellino a
porta vuota. E’ andata, un risultato troppo brutto per la mole di gioco
dimostrata e che punisce severamente i piemontesi. Ora si deve solo resettare
il sistema e concentrarsi per la prossima partita fra le mura amiche. In un
campo dedicato al calcetto gli schemi e le geometrie astensi potrebbero essere
applicate al meglio contro i veneti dell’Arzignano. Con questo cuore prima o
poi i risultati arrivano.
Tabellini: AOSTA-LIBERTAS ASTENSE 5-2 (2-1 p.t.) AOSTA: Gozi, Iurmanò F.,
Paschoal, Egea, De Lima, Traglia, Estedadishad, Rosa, Sinopoli, Iurmanò
L., Gullone, Garin. All. Rosa
LIBERTAS ASTENSE: Tropiano, Celentano, Fazio R., Maschio, Cannella, Volpato, Cussotto, Banzato, Modica, Fazio D., Fiscante. All. Lotta
MARCATORI: 12’05’’ p.t. Paschoal (A), 15’27’’ Celentano (LA), 17’51’’ Paschoal (A); 10’01’’ s.t. Egea (A), 16’ 13” Cannella (LA), 16’43’’ L. Iurmanò (A), 17’46’’ Egea (A)
AMMONITI: Cannella, Maschio, Celentano (LA), Rosa (A)
ARBITRI: Marco Brasi (Seregno), Denis Kodra (Trento) CRONO: Giacomo Allotta (Torino)
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