In guerra nel passato come nel presente, le mobilitazioni la velocità di esecuzione dei piani unite alle tecnologia diventano sempre più fondamentali nella riuscita di un’operazione, e, senza citare Sun Tzu, solo il generale che ha preparato bene il piano lo può realizzare. Nell’estate del 1914 i tedeschi avevano apparecchiato il piano Schlieffen per vincere velocemente sul fonte occidentale per poi dedicarsi all’Est Europeo e ai russi, giudicando in sei settimane il tempo delle truppe dello Zar per posizionarsi. In realtà Samsonov e Von Rennekampf i due generali di Nicola II riuscirono in un paio di settimane a invadere la Prussia con 200 mila uomini ma non avevano ne la potenza di fuoco necessaria ne la preparazione. Bastarono poco più di 40 mila tedeschi ai comandi di Hindenburg e Ludendorf a sbrigare la pratica. Il 17 agosto a Stalluponen il tedesco von Francois si trincerò con le poche truppe a disposizione su un altura in attesa dei russi che attaccarono alla baionetta in stile ottocentesco. Fu una strage per gli attaccanti che persero quasi diecimila uomini. I tedeschi poi ripiegarono su Gumbinnen e successivamente su Tannenberg dove i tedeschi ebbero la meglio distruggendo completamente le due armate zariste, la prima di una serie di vittorie sul fronte orientale. L’esercito russo è sempre stato in tutte le guerre quello che ha pagato un tributo altissimo in termini di vittime militari sia nella prima che nella seconda guerra mondiale, frutto spesso dell’insipienza della catena di comando
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