La storia spesso si ripete, come amiamo ricordare, e anche se
il grande Barbero dice che così non è a patto di non invadere la Russia
(napoleone, hitler ecc) non è fuor di dubbio che ci siano momenti di storia che
anche se passano quasi ottant’anni sembrano riproporre una sorta di reply. Le
minacce di Putin alla Finlandia richiamano la dominazione zarista nel paese nordico
e la linea Mannerheim che i finnici estesero proprio per proteggersi dalle mire
espansionistiche dei vicini (anche Simo Haya il più grande cecchino – la morte
bianca come era chiamato in codice – era un figlio di quelle situazioni). Ma
quello che balza agli occhi è la battaglia di carri armati che si sta svolgendo
a Char’chov e che non può richiamare alla mente quella combattuta nel 1943 tra
febbraio e marzo, l’ultimo colpo di coda della Wermacht su quel teatro. La guerra
in quel periodo stava prendendo la china discendente, Stalingrado era stato l’epitaffio
delle speranze tedesche ma von Manstein orchestrò un contrattacco che di fatto
sigillò quella frontiera per mesi, in quel caso le divisioni tedesche inferiori
di numero si avvalsero di combattenti ucraini che mal sopportavano (guarda la
novità) le ingerenze russe sul territorio. Basti pensare che lo scontro tra
carri armati, impari all’inizio con 400 mezzi tedeschi contro 1300 russi si
risolse a favore dei primi che ne distrussero ben 900 avversari e stiamo
parlando di carri che rispondevano al nome di T34 per i russi e Panzer per i
tedeschi. Insomma il solito crocevia di guerra con distruzione e morte e come
al solito non si impara mai
sabato 26 febbraio 2022
80 anni dopo ancora battaglia di carri
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