A volte un film per chi non ha vissuto la storia può rappresentare
un modo per tornare sul luogo di una tragedia e provare sentimenti e compartecipazione,
quello sulla vita di Heydrich ha un taglio biografico potente e ne fa
intravedere l’ascesa e la fine di un uomo assolutamente mediocre ma che nel
posto sbagliato al momento sbagliato possa diventare un truce alfiere di un
male difficile da estirpare. Episodi che a volte possono modificare il corso
non solo della vita personale ma anche del tuo posto all’interno della
comunità. Heydrich era solo un allievo ufficiale con una brillante carriera in
un mondo esclusivo, quello della marina militare. Una relazione non portata a
termine con la figlia di alto ufficiale lo porta alla radiazione del corpo e a
incontrare un'altra donna Lina Von Osten che lo induce sulla strada del
nazionalsocialismo. L’incontro con le persone sbagliate Himmler lo porta ad
alti incarichi e a pianificare delitti ricatti e violenze. L’ascesa è irresistibile,
Hitler è un pretesto ma riesce a insinuarsi negli alti comandi. Non ha mai rimorsi
è glaciale e diventa di fatto un uomo potentissimo, tanto potente da sovrastimarsi.
Si fa nemici tra gli ufficiali della Wermacht, ma è intoccabile e la sua
ferocia gli vale il soprannome di Boia Biondo e altri epiteti. A Praga trova la
sua morte, per un gerarca del suo peso, senza scorta, diventa un bersaglio
privilegiato per la resistenza ceca che lo uccide il 27 maggio 1942 (all’apogeo
della potenza tedesca). Non prima però di aver condotto una conferenza che
pianifica la soluzione finale. L’uso del gas era diventata una necessità perché
i soldati non se la sentivano più di uccidere centinaia di migliaia di
oppositori con il solo fucile. Wannsee diventa così l’archetipo della burocrazia
finalizzata allo sterminio. Una brutta pagina della storia macchiata del sangue
di milioni di persone
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