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Ne ero convinto prima, ero
arcisicuro quando naufragò Mr. Bee e ora a distanza di quindici giorni da un
closing che non arriverà, lo manifesto apertamente. Il vero cinese che comprerà il Milan si
chiama Selvio abita ad Arcore e ha una predisposizione per il teatro e per la televisione.
Passato un periodo non propriamente dei migliori, sia dal punto di vista fisico
che emozionale, si sta mano a mano riprendendo la scena, politica,
imprenditoriale e anche sportiva. Ha tenuto una squadra pressocchè immutata
senza dissipare soldi, a parte qualche arrivo non troppo eclatante, ha scelto
un giovane allenatore, lontano dai vecchi roboanti nomi che hanno fatto la
storia della società. E ha di fatto aperto la prima squadra ai giovani di belle
speranze, battendo quella strada che aveva percorso Sinisa lo scorso anno
Donarumma e Calabria. Le offerte se sono arrivate dalla Cina, saranno state al
massimo per qualche accordo commerciale ma nulla più. La filosofia è quella
sbandierata da mesi, perché pensare di vendere qualcosa che rende e che
mediaticamente ti dà una vetrina in Italia e il prossimo anno in Europa. Con un
referendum alle porte che rimescolerà anche la politica italiana, quella di
Selvio è l’ultima chance di rientrare nel giro che conta. Se poi va bene e una
Juventus stanca di un potere che dura da un quinquennio lascerà per strada
punti e classifica allora la possibilità di portare a casa qualcosa di più di
un sogno fa accarezzare al grande vecchio un sogno: quello dell’araba fenice.
Fantacalcio, probabilmente si, ma alla fine l’unica squadra ad avere le
stimmate rosse a Milano potrebbe allenarsi alla PInetina