domenica 25 agosto 2019

l'arte di vincere la si impara nelle sconfitte (cit. s. B.)


Come recitava Pep Guardiola “è la bellezza dello sport a volte ridi a volte piangi”. Beh ad agosto non è facile lacrimare per la propria squadra ma è peggio forse farlo a maggio o a giugno se poi nel corso della stagione sei riuscito a raddrizzare le sorti della stagione. Per chi è milanista dentro (fin dai tempi dell’abatino per intenderci) questi colori hanno sempre recitato dolori e sprofondi incredibili a gioie inenarrabili. Per cui la sconfitta contro Udinese ci sta (6 tiri in porta a zero, 9 angoli a 4 la dicono più lunga dello striminzito 1 a 0 con cui si esce dalla Dacia Arena - la dacia non mi è mai piaciuta). Per noi con i capelli quasi grigi ricordare Barbuti (1986) e la Fiorentina di Baggio e Diaz (0 2 alla prima giornata) è un analgesico che fa bene. Per chi è stato orgogliosamente nella cadetteria (una volta pagando una volta gratis citando il simpatico Prisco) non si avvilisce certo verranno altri tempi e altre vittorie, bisogna avere pazienza. Certo veniamo da anni bui, comprensibili con il cambio della società, ma teniamoci a mente questi momenti perché, quando torneremo e torneremo, allora sarà bello ricordare le difficoltà. Non moriamo mai ho passato indenne le forche caudine di Verona (1973), quella sporca Faccenda (1982) e la notte di Istanbul, che volete che sia un Becao

Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine

  Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...