sabato 5 gennaio 2013

Redditometro e altre schifezze tributarie

Ci mancava il redditometro, in uno stato di polizia, in cui controlli la fanno da padrone i legislatori pensano come al solito che sia giusto spremere come limoni i propri sudditi. Il concetto è mancano i soldi per mantenere tutte le varie prebende, il problema non è quello di uno stato in cui la burocrazia ha raggiunto vette inenarrabili ma il povero contribuente che paga ma mai abbastanza. E allora questo inutile papello che non farà altro che innalzare il grado dello scontro tra i vassalli di stato e il povero contribuente. Il futuro dello stato, se si vuole avere un futuro, è quello di mettere tutti nelle condizioni di poter vivere dignitosamente del proprio lavoro e contribuendo in modo onesto alla vita dello stato un venti per cento sarebbe più che sufficiente e regolare e son certo che non ci sarebbe evasione se considerata una tassa giusta. Così invece di scovare nelle maglie dello stato i veri sprechi stipendi da favola e rendite di posizione e di regolamentare meglio la spesa pubblica, quella che non produce benefit ma regolarizza solo ed esclusivamente gli apparati. Si cerca nell’attività produttiva. Un mare di balzelli e di regolamentazioni hanno ucciso la classe media quella che aveva creato il boom economico degli assi cinquanta e sessanta. Una tassazione esagerata anche nei confronti di crea ricchezza con una patrimoniale esagerata corre il rischio di far fuggire anche chi può creare posti di lavoro e portare un po’ di beneficio. Fino a quando durerà questa supina sopportazione della gente ?

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